Come nasce un ammortizzatore?

Vediamo insieme come nasce un ammortizzatore: oltre all’esperienza, e a materiali di ottima qualità, sono necessari l’amore e la passione di qualcuno che sa come migliorare il piacere di guida.

La prima cosa da fare, dopo i rilevamenti al banco, è lo studio dinamico per colmare eventuali lacune dell’ammortizzatore o della forcella montati di serie: alcuni settaggi di fabbrica sono degli ottimi compromessi e per definizione un compromesso non può soddisfare tutti. Altre volte, sono state adottate buone soluzioni, ma il tempo e l’incuria hanno ridotto la funzionalità delle stesse.

La componentistica gioca un ruolo fondamentale: i materiali devono essere nobili, robusti, leggeri: dovranno resistere alle sollecitazioni e alla corrosione per tutta la vita utile delle sospensioni.

 

Lo stantuffo, interno al corpo, sarà adattato alla quantità di olio che dovrà passare per il modello specifico, regolando la velocità in compressione, e nella fase di ritorno grazie al pacco lamellare studiato prima.

Tutti gli altri elementi: corpo, stelo, attacchi, molla, sono pronti per essere assemblati.

Ora un macchinario apposito creerà il sottovuoto all’interno del corpo dell’ammortizzatore, e lo riempirà con l’olio scelto in base alla viscosità, per il modello specifico.

Un ultimo tocco: aggiungiamo la molla con K specifico per il modello, controlliamo la lunghezza dell’interasse e siamo pronti a montare il nostro nuovo ammortizzatore sulla nostra motocicletta.

È nato un nuovo ammortizzatore! Pronto a regalare piacere di guida al fortunato possessore, per decine di migliaia di chilometri negli anni a venire.
In base all’utilizzo, il pilota potrà regolare il precarico e il ritorno.

Nasce ECO Line: un nuovo capolavoro firmato FG Gubellini.